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Papà solo con il bebè
essere genitori

i migliori consigli su come prendersi cura del neonato quando si è da soli

5 minuti

13/08/2019

Le famiglie di oggi sono molto più varie di un tempo. Ad esempio, nel Regno Unito, le famiglie con un figlio unico sono le più comuni, e le famiglie dello stesso sesso o monoparentali sono in costante crescita.

È cambiato anche il modo di essere genitori. Oggi, infatti, è molto più frequente che entrambi i genitori rientrino al lavoro e, per questo motivo, la cura dei figli sia suddivisa più equamente. Per non parlare poi del fatto che, per quanto amiamo i nostri figli, a molti di noi piace avere un po' di tempo libero dai bambini, che si tratti di stare con gli amici, praticare un hobby o semplicemente andare a tagliarsi i capelli!

Questi cambiamenti significano molte nuove ""tipologie"" di genitori che si ritrovano a prendersi cura del bambino da soli, sia che si tratti di un papà che condivida il congedo parentale, sia che si tratti di una mamma che se ne occupa dal primo giorno."

A volte il congedo parentale condiviso può essere comunque complicato e il fatto di far fatica mi scoraggiava. Ho dovuto ricordare a me stesso che tutti i genitori passano delle fasi un po' così. Non tutto 'viene naturale', nemmeno alle mamme. Chiedere una mano è sempre la scelta migliore.

Fare da soli

Sebbene questa sia ormai la realtà delle cose, l'immagine della famiglia, dalle pubblicità alle serie TV, non è sempre al passo: chi di noi affronta la genitorialità in modo un po' diverso si sente tagliato fuori. A volte rompere gli schemi ti fa sentire bene, eppure, in altri casi, può anche darti un senso di isolamento.

Un genitore che vuole il meglio per suo figlio darà sempre il massimo, ma ciò non significa che sia sempre una passeggiata. Abbiamo chiesto consiglio a dei genitori in questa stessa situazione, per scoprire come hanno superato i loro momenti difficili.

Come gestire la bigenitorialità

"Ho sempre desiderato essere un padre pratico e mi sono organizzato per avere il congedo parentale condiviso per quando nostro figlio avrebbe avuto tra i sei e i nove mesi"", racconta Andy, papà di Teddy, di 11 mesi. ""Quando aveva circa cinque mesi, una sera mia moglie è uscita. Quando ho cercato di farlo dormire non la smetteva più di strillare. Mi sono sentito uno straccio: non sapevo che pesci pigliare e pensavo che non ce l'avrei mai fatta da solo per tre mesi. Allo stesso tempo non volevo chiedere a mia moglie di tornare durante la sua prima uscita. Poi mi ha chiamato e, sentendolo urlare, è tornata a casa lo stesso".

"È stato davvero un momento difficile per me"", continua, ""ma mia moglie mi ha fatto notare che potesse essere soltanto un po' confuso dal cambiamento: di solito mettevamo a letto Teddy insieme. Quindi, non avevo fatto nulla di male e non dovevo considerare una 'sconfitta' aver chiesto il suo aiuto. ""A volte il congedo parentale condiviso può essere comunque complicato e il fatto di far fatica mi scoraggiava. Ho dovuto ricordare a me stesso che tutti i genitori passano delle fasi un po' così. Non tutto 'viene naturale', nemmeno alle mamme. Chiedere una mano è sempre la scelta migliore".

Sapere che c'erano altre persone in grado di capirmi perfettamente è stato di grande aiuto.

Gruppi di sostegno per genitori

Parlare con altre persone che sono nella tua stessa situazione e hanno i tuoi stessi problemi è importantissimo. Cerca di trovare comunità locali o online a cui partecipare, come gruppi di genitori dello stesso sesso o blog di papà casalinghi. "Quando leggevo articoli e incontravo altri genitori omosessuali, mi sentivo davvero sollevata", racconta Luciana, mamma di Noah, due anni. "È stata mia moglie a dare alla luce nostro figlio e io mi sentivo un po' insicura per il fatto di non essere imparentata biologicamente con lui: non mi aspettavo questa sensazione. Sapere che c'erano altre persone in grado di capirmi perfettamente è stato di grande aiuto".

Scopri quali sono le attività bebè/genitore che fanno per te

"Esistono così tanti gruppi di neogenitori là fuori: mi faceva un po' strano essere l'unico maschio a partecipare ad alcuni di essi", racconta Pasco, papà di Anna, tre anni. "Quando hai il morale sotto ai piedi, è difficile trovare le motivazioni per andarci, specialmente se non ti diverti! Ma dopo un po' di tentativi ho trovato la cosa che faceva al caso nostro, un tranquillo corso per l'infanzia in cui lasci che il tuo bimbo giochi da solo con i giocattoli (è organizzato da un uomo). Poi ci sono anche le lezioni di nuoto che sono divertenti".

Non chiuderti nella tua solitudine

Mi sentivo così stanca e sola

Il passaggio da uno a due figli è stato incredibilmente pesante", racconta Jana, mamma di Samko e Natalia, rispettivamente due anni e sei mesi. "Richiedevano la mia attenzione per ogni singolo secondo della mia giornata, mi sentivo così stanca e sola. Fare amicizia con un nuovo gruppo dei neomamme non è facile come quando hai il tuo primo figlio. Inoltre, il lavoro di mio marito era diventato molto impegnativo: lo vedevo meno spesso. È stato il periodo più difficile della mia vita: ho iniziato a pensare che forse avrei dovuto aspettare un po' prima di avere Natalia. Quando la gente mi chiedeva come stessi, rispondevo sinceramente. È stato pazzesco vedere quante persone sono venute a trovarmi, offrendomi regali e portando a fare un giro mio figlio più grande. Non sono ancora fuori dal tunnel, certo, ma i miei due figli hanno iniziato a giocare insieme un po' di più. È una gioia vederli stringere un legame".

In definitiva, passare parecchio tempo da soli con il bebè può essere uno choc, soprattutto agli inizi. Stare insieme, tuttavia, è cruciale per sviluppare un legame. Col tempo, le cose diventano più facili. Quindi, ricordati che non si è mai soli, fidati del tuo istinto e cerca di goderti questi momenti speciali.

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